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Domenica, 28 Aprile 2024

Gli studenti pisani rispondono ai manganelli: in migliaia pacificamente in piazza per la Palestina

Il corteo 'contro bombe e manganelli' è stato lanciato dal Coordinamento degli studenti medi cittadino

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Il monito era quello di possibili tensioni in piazza, con migliaia di persone attese per il corteo di sabato 2 marzo lanciato dal Coordinamento degli studenti medi di Pisa dopo il violento blocco attuato nei loro confronti con i manganelli dalla Polizia nella mattina di venerdì 23 febbraio in via San Frediano, alle porte di piazza dei Cavalieri. Ed effettivamente più di seimila persone hanno partecipato al corteo, che però è stato pacifico in ogni punto del percorso.

Il concentramento era previsto per le ore 14 in piazza Vittorio Emanuele II con un presidio antecedente alla mobilitazione, cominciata alle 15 dopo il passaggio di una forte pioggia che però non ha scoraggiato studenti e partecipanti dal mettersi in marcia. Da Corso Italia a Lungarno Mediceo con una tappa davanti a Palazzo Gambacorti, poi di nuovo fermi in Prefettura e davanti alla Questura fino a un ingresso festoso e tra gli applausi in piazza dei Cavalieri. Un percorso lungo e preventivamente comunicato alla Questura, con un dispiegamento non massiccio di forze dell'ordine e nessuna criticità creatasi durante il cammino, nemmeno durante i consueti cori che da generazioni accompagnano le manifestazioni studentesche. 

Il corteo pacifico e gestito dagli studenti medi in testa ha visto sfilare un numero di persone ancora maggiore rispetto alla prima risposta della città dopo i fatti del 23 febbraio, con più di seimila manifestanti che per tre ore - tale è stata la durata del corteo - hanno esposto striscioni 'contro la repressione' e 'per una Palestina libera' al grido di 'Israele fascista, Stato terrorista' e cantando 'Bella ciao'.

La protesta degli studenti e di chi è sceso in piazza con loro è stata ben delineata fin dal momento della convocazione del corteo 'Contro bombe e manganelli' e gli interventi degli organizzatori si sono diramati su questi due fronti: contro un sistema scuola e lavoro che premiano performatività a discapito del pensiero critico che, insieme ai media mainstream, "fanno passare in secondo piano avvenimenti importanti come quelli che, da quasi cinque mesi, sono sfociati nel genocidio in Palestina"; contro ogni tipo di violenza, a partire dalla guerra e passando per quella patriarcale fino a quella delle forze dell'ordine "che quel 23 febbraio è stata premeditata, perché se l'unico scopo degli agenti fosse stato di impedirci di entrare in piazza dei Cavalieri non avebbero avuto motivo di chiuderci ogni via d'uscita rispetto a dove ci trovavamo".

Durante la manifestazione gli studenti hanno ribadito le loro richieste dopo le cariche subìte al corteo di 150 studenti del 23 febbraio: dimissioni del questore Sebastiano Salvo e dei dirigenti della Polizia di Stato che quella mattina avevano gestito la piazza; dimissioni dell'onorevole Ziello; introduzione di bodycam e codici identificativi sulle divise degli agenti: "Mentre in Grecia, Polonia, Ungheria, Slovenia, Spagna, Svezia, Norvegia, Danimarca e Belgio i codici identificativi si usano da anni, in Italia non ci sono ancora. Perché?".

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